ilVicinato@ - «La Fortezza del Volterraio illuminata da tante luci: la
geologica che ha raccontato l'affascinante processo d'emersione delle rocce di
origine marina che ospitano il castello, formatesi milioni d'anni fa, tra le
quali basalti e diaspri; la naturalistica, che ce ne ha fatto conoscere la
biodiversità della flora e della fauna, dai lentischi alle ginestre
"selvatiche", dai gheppi alle poiane, dai bianconi ai falchi
pellegrini, con le loro modalità migratorie o stanziali; l'archeologica e la
storica, che, attraverso lo studio del grandioso manufatto e i documenti di cui
disponiamo, ha ricostruito le vicende della rocca, all'interno del sistema
difensivo e protettivo dell'Isola, crocevia di traffici e d'appetiti, per la
sua posizione geografica e la presenza dei ricchi giacimenti di ferro, dagli
Etruschi ai Romani, dal Medioevo al Rinascimento; l'architettonica, che ci ha
descritto le fasi dell'impegnativo e tanto atteso restauro, grazie al quale
oggi la stupenda fortezza, orgoglio della gente elbana, ha riacquistato salute
e bellezza». L’articolo completo di Maria Gisella Catuogno è pubblicato sul giornale www.elbareport.it