ilVicinato@ - Azienda Usl Toscana
nordovest: «La signora (Magda
Sanguinetti, ndr) era stata sottoposta a impianto di ICD (defibrillatore
cardioverter) nel 2012 ed eseguiva i normali controlli periodici. A seguito
della segnalazione ricevuta dalla ditta fornitrice degli impianti oggetto di
alert, l’Azienda ha proceduto a richiamare la signora per una visita
straordinaria eseguita a Portoferraio l’11 novembre scorso e, in quella
occasione, la paziente e la figlia sono state informate della problematica
emersa a livello internazionale. Al momento del controllo la memoria
dell’impianto non ha evidenziato aritmie e/o terapie erogate (la signora non
era pacemaker dipendente) e il device aveva ancora il 69% di capacità residua
ovvero aveva una carica in grado di assicurare il suo regolare funzionamento.
Nel corso dell’incontro era stata segnalata la presenza di un allarme a
vibrazione che si sarebbe attivato nel caso di esaurimento della batteria ed
erano state date indicazioni alla signora e ai familiari sul comportamento da
seguire in caso di avviso. Conformemente alle indicazioni condivise dal Ministero
della Salute e dalla Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione
(Aiac) era stato programmato un nuovo controllo a tre mesi».