7 dicembre 2016

RIO MARINA, MORTE SOSPETTA. L'AZIENDA USL: “All'ultimo controllo il pacemaker aveva ancora il 69% di capacità residua, ovvero aveva una carica in grado di assicurare il suo regolare funzionamento”

ilVicinato@ - Azienda Usl Toscana nordovest: «La signora (Magda Sanguinetti, ndr) era stata sottoposta a impianto di ICD (defibrillatore cardioverter) nel 2012 ed eseguiva i normali controlli periodici. A seguito della segnalazione ricevuta dalla ditta fornitrice degli impianti oggetto di alert, l’Azienda ha proceduto a richiamare la signora per una visita straordinaria eseguita a Portoferraio l’11 novembre scorso e, in quella occasione, la paziente e la figlia sono state informate della problematica emersa a livello internazionale. Al momento del controllo la memoria dell’impianto non ha evidenziato aritmie e/o terapie erogate (la signora non era pacemaker dipendente) e il device aveva ancora il 69% di capacità residua ovvero aveva una carica in grado di assicurare il suo regolare funzionamento. Nel corso dell’incontro era stata segnalata la presenza di un allarme a vibrazione che si sarebbe attivato nel caso di esaurimento della batteria ed erano state date indicazioni alla signora e ai familiari sul comportamento da seguire in caso di avviso. Conformemente alle indicazioni condivise dal Ministero della Salute e dalla Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) era stato programmato un nuovo controllo a tre mesi».